Impianto Cocleare
L’impianto cocleare è un dispositivo che consente di sentire ad adulti e bambini affetti da sordità profonde. Esso fornisce degli impulsi elettrici direttamente alle fibre del nervo acustico bypassando le cellule dell’orecchio interno (cellule ciliate) danneggiate. Gli impulsi una volta raggiunto il cervello vengono interpretati come suoni. Gli impianti cocleari non sono protesi acustiche; infatti non amplificano i suoni (come fanno, invece, le protesi acustiche), ma captano il suono, lo convertono in segnali/impulsi elettrici (come farebbe una coclea) e trasferiscono i segnali/impulsi elettrici appena generati al nervo cocleare stimolandolo. Tale stimolazione del nervo cocleare garantisce all’essere umano la percezione e il riconoscimento del suono.
L’impianto cocleare è formato da una componente interna costituita dal ricevitore/stimolatore con il filo porta elettrodi (array), che è da inserire chirurgicamente all’interno dell’orecchio, ed una componente esterna costituita dall’elaboratore del linguaggio e dalla bobina che in genere va applicata dietro l’orecchio (regione retroauricolare).
L’impianto cocleare è indicato nei soggetti affetti da sordità profonda bilaterale, di tipo genetica o acquisita nel corso della vita, ai quali le protesi acustiche non sono in grado di garantire un adeguato aiuto nella percezione sonora. In determinati soggetti, l’impianto cocleare può nettamente migliorare la qualità della vita (es. aspetti sociali, comunicativi, abilità di apprendimento) attraverso un miglioramento delle capacità di ascoltare le parole senza ausilio di segnali visivi (es. leggere il labiale). Migliorare il riconoscimento dei normali suoni ambientali quotidiani consente di aumentare la capacità di ascoltare in un ambiente rumoroso e di innalzare la possibilità di ascoltare durante programmi televisivi, musica e conversazioni telefoniche.
L’impianto cocleare può essere applicato in quei soggetti che presentano un’ipoacusia neurosensoriale grave o profonda (anacusia) bilaterale, con scarso o nessun beneficio dall’utilizzo di una protesi acustica e con forti motivazioni ed aspettative.
L’impianto cocleare può essere applicato sia negli adulti che nei bambini. Bisogna fare una distinzione fra sordità prelinguale e postlinguale:
- per prelinguale si intende prima dell’apprendimento della capacità di produzione e comprensione del linguaggio e del parlato;
- per postlinguale si intende dopo aver acquisito la capacità di produzione e comprensione del linguaggio e del parlato.
Nel 60-70% dei bambini, sordi dalla nascita e impiantati nei primi tre anni di vita, si ha una normale scolarizzazione, tale percentuale scende al 20-25% se impiantati dopo il 3° anno di vita.
Anche i bambini normoudenti dalla nascita che presentano una sordità postlinguale possono ottenere degli ottimi risultati da un impianto cocleare; più precoce è l’intervento di impianto rispetto all’insorgenza della sordità e migliori sono i risultati ottenibili.
Gli adulti con sordità postlinguale che hanno perso l’udito in seguito a meningite, traumi, otosclerosi o altre patologie con ipoacusia progressiva nel tempo, possono trarre enormi benefici dall’impianto cocleare.
Anche per gli adulti vale il concetto, come per i bambini, della precocità dell’intervento.
Gli adulti con sordità prelinguale sottoposti ad impianto cocleare possono trarre dei benefici molto limitati (discriminazione del suono).
Anche se molti non ne sono al corrente, in Italia l’impianto cocleare è totalmente gratuito in quanto a carico del Sistema Sanitario Nazionale e lo è anche il processo di riabilitazione e il percorso per giungere alla sua attivazione. L’aiuto economico da parte dello Stato può permettere di risolvere, trovando la più idonea soluzione, il disagio scaturito dalle forme accentuate di ipoacusia neurosensoriale.
Un generico impianto cocleare capta i suoni presenti nell’ambiente esterno, converte i suoni captati in impulsi/segnali elettrici e, infine, trasmette gli impulsi/segnali elettrici appena generati al nervo cocleare, stimolandolo.
La stimolazione del nervo cocleare garantisce la percezione e il riconoscimento dei suoni.
L’intervento chirurgico di “inserzione di impianto cocleare” viene eseguito da uno specialista in otorinolaringoiatria in anestesia generale ed ha una durata di 2-3 ore.
Durante l’intero intervento viene eseguito il monitoraggio del nervo facciale. Viene praticata un’incisione della cute a forma di L rovesciata.
Una volta scollati i tessuti ed esposto l’osso si effettua una piccola mastoidectomia. Si esegue la timpanotomia posteriore, che ci permette di accedere alla regione della finestra rotonda. A questo punto si crea l’alloggiamento per il ricevitore-stimolatore con l’ausilio di un modellino metallico fornito nel kit dell’impianto.
Si esegue, quindi, l’apertura della coclea (cocleostomia) e si inserisce (nella scala timpanica) il filo porta elettrodi che viene poi fissato con del tessuto connettivo più eventuale colla. Eseguito ciò, l’audiologo confermerà attraverso opportuni tests la corretta collocazione.
Occorre, inoltre, valutare eventuali interferenze tra gli elettrodi del filo ed il nervo facciale. Infine si esegue un’attenta chiusura dei lembi.
Nei casi in cui sia necessario impiantare un orecchio affetto da otiti croniche o precedentemente sottoposto a tecniche aperte è opportuno rimuovere tutta la patologia ed eseguire la chiusura del condotto uditivo esterno a cul di sacco con obliterazione della cavità al fine di evitare possibili complicanze (meningite). In presenza di infezioni attive, l’inserzione dell’impianto cocleare è posticipata ad un secondo tempo.
Nei pazienti affetti da malformazioni congenite è opportuno eseguire un’attenta valutazione radiologica attraverso una TC ed una RM ponendo particolare attenzione alla pervietà della coclea ed al decorso del nervo facciale. Nei casi di reimpianto bisogna porre particolare attenzione alla fibrosi cicatriziale a livello della timpanotomia posteriore e della finestra rotonda ed inoltre al lembo cutaneo.
Prima dell’installazione di un impianto cocleare, il paziente deve sottoporsi ad una serie di esami che servono a stabilire l’idoneità all’intervento.
In occasione di questi esami, il paziente ha modo di ricevere anche tutte le informazioni relative all’intervento di installazione (in cosa consiste, norme pre-operatorie, percorso post-operatorio etc.). Prima di decidere se applicare un impianto cocleare è opportuno eseguire degli accertamenti:
- esami audiologici (es. esame audiometrico tonale ed esame audiometrico vocale con e senza protesi, timpanometria, potenziali evocati acustici, test al promontorio)
- esami clinici (esami ematochimici di routine per l’anestesia generale)
- TC e RM (per la valutazione dell’anatomia dell’orecchio interno)
- consulenza e visita di logopedia
Oggi, grazie ai continui progressi della tecnologia medica in campo audiologico, l’utilizzo di un impianto cocleare rappresenta un eccellente rimedio per risolvere molte situazioni di sordità profonda e ipoacusia medio-grave.
Purtroppo in Italia c’è ancora poca conoscenza e consapevolezza dell’impatto positivo sulla qualità della vita che l’installazione dell’impianto cocleare può provocare.
Nei pazienti con impianto cocleare si ha un miglioramento della capacità uditiva ed una consapevolezza dei suoni della vita quotidiana.
In genere, dopo l’attivazione dell’impianto cocleare i pazienti riescono a comprendere il parlato senza l’ausilio della lettura labiale riuscendo persino a parlare al telefono. Per imparare a sentire con un impianto cocleare c’è bisogno di tempo, pratica, determinazione e pazienza.
Il giorno dell’attivazione molti pazienti riescono solo a sentire dei “bip” o suoni irriconoscibili, mentre altri potrebbero già essere in grado di comprendere le voci. Fortunatamente un grande impegno da parte del paziente può essere ricompensato, in quanto gli impianti cocleari possono in maniera concreta ripristinare l’abilità di sentire tutti i suoni.
L’installazione di un impianto cocleare è una procedura che presenta alcuni rischi e da cui possono derivare diverse complicanze.
Tra i diversi possibili rischi e le complicanze a seguito dell’installazione di un impianto cocleare, rientrano:
- infezioni: la ferita chirurgica potrebbe infettarsi se non adeguatamente disinfettata, ma rientra tra le complicanze comuni a tutti i tipi di intervento chirurgico. È fondamentale non bagnare la ferita con acqua per un periodo di tempo che sarà indicato dal medico;
- sofferenza/necrosi del lembo muscolo-cutaneo: un lembo muscolo-cutaneo troppo sottile potrebbe andare in ischemia e, quindi, in necrosi. In tal caso, potrebbe essere necessaria una revisione chirurgica;
- estrusione del ricevitore: può essere la conseguenza della sofferenza/necrosi del lembo muscolo-cutaneo e sarà necessario un intervento di revisione;
- funzionamento difettosi del ricevitore: sarà necessario un intervento di revisione per la sostituzione dello stesso;
- momenti di mancanza di equilibrio e acufeni: è spesso presente nei pazienti con perdita uditiva un ronzio (acufene).
Dopo l’intervento generalmente il ronzio diminuisce; occasionalmente, però, potrebbe insorgere dopo l’intervento; - vertigini: una vertigine temporanea, generalmente della durata di pochi giorni può presentarsi nel 5% dei nostri pazienti, molto raramente tale disturbo si protrae nel tempo;
- paralisi del nervo facciale: una possibile, ma rara complicanza postoperatoria è la paralisi temporanea del facciale che in genere recupera spontaneamente nel giro di poche settimane;
- disturbi del gusto: il gusto del terzo anteriore della lingua del lato operato è assicurato da un nervo che attraversa l’orecchio medio, spesso è necessario tagliare tale nervo e questo può dare un disturbo del gusto temporaneo in circa il 10% dei pazienti.
Tale disturbo può durare fino ad un anno e solo in rari casi rimane a permanenza; - liquorrea/meningite: la perdita di liquido cerebro-spinale (liquorrea) può avvenire dall’apertura della coclea. Per evitare tale problema, la zona di entrata dell’elettrodo nella coclea, viene sigillata con fascia e colla di fibrina. Se tale complicazione dovesse avvenire nel periodo post-operatorio sarà necessario un intervento di revisione per evitare una meningite.
La meningite, in rarissimi casi, può sopraggiungere anche come conseguenza della propagazione di un’infezione all’orecchio interno: in tal caso, la terapia consiste nella somministrazione, a dosi massive, di antibiotico.
Il ricovero ha in media una durata di 3 giorni, trascorsi i quali il paziente ritorna a casa, facendo attenzione a non bagnare la ferita.
La rimozione dei punti della sutura avviene dopo 12-14 giorni dall’intervento e dopo circa 4 settimane il paziente dovrà tornare per l’attivazione dell’impianto cocleare e il relativo “mappaggio”, durante il quale saranno regolati gli elettrodi presenti nel filo porta elettrodi e sarà reso possibile sentire i suoni. Nel percorso riabilitativo il paziente, nel corso dei mesi successivi, dovrà tornare nuovamente per riprogrammare l’elaboratore al fine di ottimizzare la resa e per effettuare delle consulenze logopediche, con figure altamente specializzate nelle patologie del linguaggio, in grado di educare i pazienti alla corretta interpretazione dei suoni captati ed elaborati dall’impianto cocleare.
I pazienti impiantati potranno condurre un tipo di vita normale e potranno effettuare, senza alcun disagio, tutte le consuete attività quotidiane. I pazienti impiantati potranno praticare sport evitando, se possibile, quelli che comportano scontri violenti (es. pugilato, arti marziali etc.) e utilizzare baschetti protettivi per altri tipi di sport più energici. Prima di entrare in acqua sarà necessario rimuovere i componenti esterni che non sono impermeabili, in modo da evitare la compromissione del loro effettivo utilizzo.
Affidarsi ad un Centro di eccellenza come il Gruppo Otologico significa poter contare, all’interno di un contesto sanitario specialistico, su un team multidisciplinare (otorinolaringoiatri, audiometristi, audioprotesisti, logopedisti etc.) e su moderne attrezzature e cabine audiometriche. La rete di competenze, messe in atto dalla collaborazione dell’équipe multispecialistica, consente di percorrere insieme al paziente l’intero percorso riabilitativo ottenendo il massimo dei risultati, grazie al continuo confronto tra gli operatori.
FAQ – IMPIANTO COCLEARE
Il costo di un impianto cocleare è notevole, tuttavia molti non sanno che in Italia l’impianto cocleare è totalmente gratuito in quanto a carico del Sistema Sanitario Nazionale e lo è anche il processo di riabilitazione e il percorso per giungere alla sua attivazione. L’aiuto economico da parte dello Stato può permettere di risolvere, trovando la più idonea soluzione, il disagio scaturito dalle forme accentuate di ipoacusia neurosensoriale.
L’impianto cocleare può essere applicato in quei soggetti che presentano un’ipoacusia neurosensoriale grave o profonda (anacusia) bilaterale, presente dalla nascita o acquisita nel corso della vita, con scarso o nessun beneficio dall’utilizzo di una protesi acustica e con forti motivazioni ed aspettative.
L’impianto cocleare è formato da una componente interna costituita dal ricevitore/stimolatore con il filo porta elettrodi (array), che è da inserire chirurgicamente all’interno dell’orecchio, ed una componente esterna costituita dall’elaboratore del linguaggio e dalla bobina che in genere va applicata dietro l’orecchio (regione retroauricolare).
Nei pazienti con impianto cocleare si ha un miglioramento della capacità uditiva ed una consapevolezza dei suoni della vita quotidiana. Ogni singolo suono sentito con un impianto cocleare passa attraverso il piccolo array di elettrodi impiantato nella coclea. In genere, dopo l’attivazione dell’impianto cocleare i pazienti riescono a comprendere il parlato senza l’ausilio della lettura labiale riuscendo persino a parlare al telefono. Per imparare a sentire con un impianto cocleare c’è bisogno di tempo, pratica, determinazione e soprattutto pazienza. Il giorno dell’attivazione molti pazienti riescono solo a sentire dei “bip” o suoni irriconoscibili, mentre altri potrebbero già essere in grado di comprendere le voci. Fortunatamente un grande impegno da parte del paziente potrà essere ricompensato, in quanto gli impianti cocleari possono effettivamente ripristinare l’abilità di sentire tutti i suoni.
Prima dell’installazione di un impianto cocleare, il paziente deve sottoporsi ad una serie di esami che servono a stabilire l’idoneità all’intervento. Prima di decidere se applicare un impianto cocleare è opportuno eseguire degli accertamenti:
- esami audiologici (es. esame audiometrico tonale ed esame audiometrico vocale con e senza protesi, timpanometria, potenziali evocati acustici, test al promontorio)
- esami clinici (esami ematochimici di routine per l’anestesia generale)
- TC e RM (per la valutazione dell’anatomia dell’orecchio interno)
- consulenza e visita di logopedia
L’installazione di un impianto cocleare è una procedura che presenta alcuni rischi e da cui possono derivare diverse complicanze. Tra i diversi possibili rischi e le complicanze a seguito dell’installazione di un impianto cocleare, rientrano: infezioni, sofferenza/necrosi del lembo muscolo-cutaneo, funzionamento difettoso del ricevitore, momenti di mancanza di equilibrio e acufeni, vertigini, disturbi del gusto, liquorrea/meningite.
Nel post-operatorio si procede alla rimozione dei punti della sutura dopo 12-14 giorni dall’intervento e il paziente dopo circa 4 settimane dovrà recarsi in clinica per l’attivazione dell’impianto e il relativo “mappaggio”, durante il quale saranno regolati gli elettrodi presenti nel filo porta elettrodi e sarà reso possibile sentire i suoni. Nel percorso riabilitativo il paziente, durante i mesi successivi, dovrà tornare in clinica per riprogrammare l’elaboratore al fine di ottimizzare la resa e per effettuare le consulenze logopediche, con figure altamente specializzate nelle patologie del linguaggio, in grado di educare i pazienti alla corretta interpretazione dei suoni captati ed elaborati dall’impianto cocleare.
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